Ecobonus 65% riqualificazione energetica

Graduare gli incentivi per la riqualificazione energetica degli edifici in base agli obiettivi di efficienza raggiunti. Quindi bonus più alti se si trasforma l’immobile in un edificio a energia quasi zero e via via più bassi in corrispondenza di interventi meno incisivi.

È questa, in sintesi, la proposta avanzata da Renovate Italy per dare nuova vita all’Ecobonus 65% e favorire gli interventi di riqualificazione profonda.

Ecobonus e Edifici a energia quasi zero

Come ricordato da Renovate Italy, la Direttiva 2010/31/UE non chiede agli Stati Membri un generico miglioramento della prestazione energetica degli edifici, ma la trasformazione in edifici a energia quasi zero (NZEB).

L’Italia si è dotata di una definizione di Nearly Zero Energy Building con il DM 26 giugno 2015 (requisiti minimi) in base al quale lo NZEB è un edificio ad elevata efficienza energetica, che va misurata sulle prestazioni in tre macro-aree (involucro, impianto termico, rinnovabili). La definizione è slegata dalla classe di efficienza energetica. Per Renovate Italy, l’incentivo deve allora riferirsi al raggiungimento di queste tre prestazioni, non al raggiungimento di una classe di efficienza energetica o a un miglioramento rispetto alla situazione ex-ante.

L’Ecobonus, così come attualmente strutturato, non è per Renovate Italy  in grado di stimolare le riqualificazioni profonde. Analizzando i dati del  2013 si vede infatti che ha prodotto un aumento del tasso di coibentazione pari a solo lo 0,014% delle parti non finestrate dell’involucro degli edifici italiani. Uno dei motivi è che non affronta il problema dell’anticipazione dell’investimento necessario per realizzare gli interventi.  Come si legge nella nota diffusa da Renovate Italy, le detrazioni fiscali sono completamente inadatte allo scopo, anche a causa dell’eventuale incapienza fiscale dei beneficiari.

Gli incentivi attuali, aggiunge Renovate Italy, prevedono una unica soglia (ad esempio è necessario abbassare la trasmittanza termica U al di sotto di un valore limite), raggiunta la quale si ha diritto all’incentivo. In molti casi ci sono però difficoltà tecniche che impediscono il raggiungimento delle prestazioni indicate dalla normativa. Per non creare un deterrente, bisognerebbe quindi strutturare l’incentivo su più soglie: NZEB, ma anche altre meno performanti, alle quali spetterebbe un bonus minore.

Una delle idee avanzate per facilitare gli interventi di riqualificazione energetica nei condomìni vede inoltre protagoniste le Esco, società che uniscono competenze tecniche, relative all’efficienza energetica, a capacità finanziarie  per il reperimento di risorse economiche necessarie alla realizzazione dell’intervento. Renovate Italy sottolinea però che sono molto rare le ESCO con solide competenze in materia di ristrutturazione edile. Per questo si dovrebbe garantire l’autonoma operatività delle imprese edili e, qualora si volessero maggiori garanzie in merito all’efficacia energetica dell’intervento, richiedere la presenza di un EGE (Esperto in Gestione dell’Energia), che verifichi i soli aspetti energetici dell’intervento.

Ecobonus: condomìni e antisismica

Consumare poca energia è importante ma non è l’unica prestazione che un edificio è chiamato a soddisfare. Per questo Renovate Italy sostiene che bisogna evitare che un intervento parziale (ad esempio il miglioramento della prestazione energetica) blocchi per molti anni tutte le altre prestazioni (protezione acustica, antisismica, ecc.) su livelli insufficienti.

L’estensione dell’Ecobonus agli interventi di messa in sicurezza antisismica (non solo sulle prime case e le imprese delle zone 1 e 2 ex opcm 3274/2003) e il pieno coinvolgimento dei condomìni sono alcuni degli obiettivi del Governo, che ha annunciato l’avvio di un Fondo pari a 4 o 5 miliardi di euro, costituito da cassa Depositi e Prestiti, che anticiperà parte delle risorse alle Esco.